domenica 7 aprile 2013

Nuovi incontri ...


   NUOVI INCONTRI …
Io gli risposi di si. Be’, rispondere, feci un cenno con la testa.
Ci stavamo scrutando con gli occhi; era un bel ragazzo. Aveva gli occhi verdi e capelli castani chiari. Era molto silenzioso, e il suo sguardo era freddo come il ghiaccio. Ci guardavamo, ma non avevamo il coraggio di parlarci. Eravamo un po’ in imbarazzo; io odio le situazioni di questo tipo, perciò, per rompere il ghiaccio, gli feci una domanda. D’altro canto ci stavamo fissando da 5 minuti, in quel momento, parlargli non mi sembrò una cosa così strana:
“Ehm, ciao” dissi io timidamente.
Lui mi guardò stupito e mi rispose con un semplice “Ciao”
“Nome?”
“Come scusa?”
“Come ti chiami?”
“Eric”
“Piacere, Ester. Sei di prima?”
“Si” rispose lui secco.
“Anch’io” continuai “frequenterò la prima A del liceo scientifico”.
“Hai detto liceo scientifico?!” mi chiese.
“Si, la prima A” ripetei io.
“Ehi, ciao Eric! Non pensavo prendessi il pullman. Da quando ti conosco non l’hai mai fatto! Che bella sorpresa! Vuol dire che ci andremo insieme. Che bello!”
La voce che pronunciò questa frase, mi era sconosciuta, ma mi sembrava maschile.
“Oh, ciao Simone” rispose il ragazzo di fianco a me.
“Chi è la ragazza vicino a te? Ciao! Il mio nome è Simone… tu sei?
“Ehm Ester …” dissi un po’ timidamente.
“Ciao! Che classe frequenterai tu? Noi la prima A del liceo scientifico” mi disse Simone.
“Sul serio?! Saremo nella stessa classe! Che bello” dissi io vivacemente e sollevata dal pensiero che quei due ragazzi sarebbero divenuti i miei compagni di classe.

A un certo punto, mi venne in mente una cosa. Era ovvio che loro due fossero ottimi amici e quindi che, alle medie, fossero stati in classe insieme, o almeno nella stessa scuola, ma se loro stavano prendendo il pullman di Colombaro, era sottinteso che abitavano nel mio stesso paese. L’unico problema è che io, quei due, non li ho mai visti in vita mia, come è possibile?

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